Questa storia di Marrazzo segna un punto di svolta mediatico e culturale: lo sdoganamento definitivo degli amori transessuali. Le arti in realtà se ne erano accorte da un pezzo, basti pensare al film "Le fate ignoranti" di Özpetek, o al campionario di personaggi di Almodovar, o alla Princesa di De Andrè, che regala il cuore a un avvocato di Milano.
L'aspetto che mi è parso più interessante dal punto di vista antropologico è l'affermazione della presenza di un altro concorrente nella guerra dei sessi. Nel processo, ancora in corso, di affermazione del ruolo femminile tra uso sapiente dei favori sessuali e affermazione della piena parità, la donna di oggi ha un nuovo concorrente, più pericoloso e agguerrito della vecchia (si fa per dire) e rassicurante prostituta: il trans.
Questo soggetto, impegnato nella disperata ricerca di conferme della propria agognata e negata femminilità, interpreta in massimo modo quel tipo di femminilità che è fatta solo del dare senza chiedere altro che uno sguardo bramoso di desiderio. Sogna l'abito bianco ma si accontenta di un appartamentino, di un mazzo di fiori e una bottiglia di champagne. Mira al cuore e per arrivarci non si risparmia in nulla, col vantaggio di conoscere meglio, da maschio, l'oggetto delle sue attenzioni. Incarna paradossalmente quello che per molti uomini è l'ideale di donna: accogliente e comprensiva.
Comincia a nascere tra le mogli un sentimento di usurpazione, una sorta di rivendicazione sindacale, di cartello, contro questi che danno via per noccioline quello che secoli e secoli di cultura femminile hanno insegnato a centellinare.
7 commenti:
quello che dici è giusto, il fatto per esempio
"di conoscere meglio" e quindi di essere
una valida alternativa, si, ma come fare allora
per evitare quell'inconveniente in mezzo alle gambe,
diciamo invece che le stesse attenzioni se le vogliamo
dalle addette ai lavori dobbiamo essere belli come
il più bello e ricchi come il più ricco, poiche il
vero cambiamento è nella testa della prostituzione
nel senso più lato che come il parlamento è il vero specchio del paese,
i trans che dio li abbia in gloria, sono solo un ripiego,
un allegria necessaria, un meticciato inevitabile.
De André non avrebbe potuto raccontarlo meglio. La disperazione del non essere amati che per quello che si rappresenta è la tristezza più grande
caro UGOLINO, ma quale sdoganamento. Siamo pieni di gay da anni, con Magioglio e Platinette che inpazzano in TV. Con ministri e presidenti di regione.
Non è che adesso, con la storia dello sdoganamento, un maschio si mette in testa di prendersela in quel posto e per farsi coraggio si fa una pista di neve.
Per fare queste stronzate ci vuole qualcosa che non va, oppure bisogna essere gay e non averlo saputo riconoscere, non essere riusciti a confessarlo nemmeno a se stessi.
Le donne sono una cosa e questi travestiti tutt'altra. Arci dixit (con la consueta chiarezza).
PS: il regista turco fa film bellissimi che mi sono piaciuti molto e considero i gay esseri umani come gli etero con pari diritti e meritevoli della stessa dignità e rispetto.
EGINE, quella cosa in mezzo alle gambe, dici tu, piace a molte persone e ad altre non disturba più di tanto, evidentemente, e quell'allegria necessaria diventa affezione. Sempre sia lodata.
TESS, quasi sempre scopro che l'apice della mia riflessione è già scritto meglio in una vecchia canzone di De Andrè; meno male che c'è.
ARCI, certo i trans sono talvolta il trompe-l'oeil che nasconde tendenze omosessuali non dichiarate; d'altronde, se due persone che fanno sesso hanno entrambiquella cosa in mezzo alle gambe come non parlare di omosessualità, anche se una delle due ha le tette e le labbra carnose :-)
Ridurre tutto a pulsioni omosessuali inespresse mi pare riduttivo, mi pare trascurare una nuova possibile declinazione del rapporto uomo donna, come ho cercato di dire nel post.
Wiwa la foca.
wiwa siempre ;))
Azzardo un commento, mi pare d'aver letto che fin dai tempi antichi, e prendo per esempio l'antica Roma fosse pratica la transessualità fosse abbondantemente sdoganata, ci si deve chiedere piuttosto quale è l'entità morale che la definitivamente e ad oltranza osteggiata. Una idea l'avrei.
ARCI, la risposta giusta era: "che dio la benedoca" :-)
GIANS, per alcuni l'importante è vietare, condannare, opprimere, solo per controllare meglio; ma senza l'idea di peccato, dove sarebbe arrivato questo bipede pensante?
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