mercoledì 10 settembre 2008
La fede secondo Sartre
"L'uomo sensato cerca penosamente, egli sa che i suoi ragionamenti sono soltanto probabili, che altre considerazioni subentreranno a metterli in dubbio; non sa mai molto bene dove va; è "aperto", può passare per esitante. Ma ci sono invece alcuni che sono attratti dalla stabilità della pietra. Vogliono essere massicci ed impenetrabili, non vogliono cambiare: dove li condurrebbe mai il cambiamento? Si tratta di una originaria paura di se stessi e di una paura della verità. E ciò che li spaventa non è il contenuto della verità, che essi nemmeno sospettano, ma la forma stessa del vero, questo oggetto di approssimazione indefinita. È come se la loro stessa esistenza fosse perennemente in sospeso. Ma essi vogliono esistere tutto in una volta e subito. Non ne vogliono sapere di opinioni acquisite, le desiderano innate; poiché hanno paura del ragionamento, vogliono adottare un modo di vita in cui il ragionamento e la ricerca non abbiano che una parte subordinata, dove si cerchi solo quello che si è già trovato, dove si diventi ciò che già si era." [Jean-Paul Sartre, L'antisemitismo, capitolo primo]
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9 commenti:
non per tutti c'è stata una possibilità di scelta, penso ai
condizionamenti religiosi tribali
famigliari talvolta, certo potendo
sciegliere prenderemmo una fede non
inerte, insomma ci andrebbe bene ciò
che predica Sartre e che altri praticano costantemente fra gli altri
anche tu.
caro Ugolino, non voglio ribattere il chiodo, ma questa definizione si attacca a tutti i fideisti, ai credenti e agli atei.
solo lo scettico ha la libertà dal dubbio
;))
l'accensione avvenuta oggi dell'acceleratore di particelle mi da fiducia, significa che l'uomo ha ancora voglia di sapere e conoscere.
Effettivamente la descrizione si adatta perfettamente sia alle certezze del credente che a quelle dell'ateo (a proposito di antisemitismo, lo sai che Sartre e sua moglie avevano un'amante ebrea che viveva in casa con loro, e quando è arrivata l'occupazione tedesca l'hanno buttata fuori? Naturalmente non è sopravvissuta).
il castoro era brutto, e pure la castora. questo la dice lunga sula credibilità dell'assunto.
a me i sassi piacciono, la roccia pure. e penso che mutino quanto ogni altra presenza. lentamente. ma mutano.
|--->egine, io mi professo dubbioso, e forse anche quella è una cosa che si può insegnare; forse chi cresce in una cultura pietrificata ha meno possibilità, ma io credo anche nel libero arbitrio. Basta una goccia di dubbio per scavare la pietra.
|--->arci, infatti ti ricordo che io sono agnostico per convinzione, ateo nella vita quotidiana; non so se esiste, non ho nessuna evidenza che esista, vivo come se non esistesse, fino a prova contraria :-)
|--->gians, che l'acceleratore ti sarebbe piaciuto non avevo davvero dubbi :-)
L'uomo ha ancora voglia; e la donna? dove la lasci la donna?
|--->barbara, tu e arci dovreste incontrarvi; avete molto in comune. (anche le Poste con l'occupazione berlusconiana hanno sbattuto fuori i precari, e anch'essi rischiano di non sopravvivere)
|--->gds, vado che non sei d'accordo con te :-)
1. i precari non vanno a letto con le poste, il che fa qualche differenza, credo
2. sbattere fuori i precari dalle poste non li espone a morte sicura e immediata, a differenza di un ebreo sbattuto in mezzo a una strada in piena occupazione nazista
3. le poste non pretendono di dare lezioni di morale, a differenza di quel losco figuro
(sì, credo che arci sia persona parecchio interessante, in effetti)
aggiungo a quello che dice giustamente Barbara, che le poster non licenziano per vigliaccheria ... ;))
vogliono adottare un modo di vita in cui il ragionamento e la ricerca non abbiano che una parte subordinata, dove si cerchi solo quello che si è già trovato, dove si diventi ciò che già si era
credo sia così
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