martedì 27 novembre 2007

Il fu Mattia Pascal

Ho finito di leggere "Il fu Mattia Pascal" di Svevo. L'idea mi era venuta da un commento di ilMaLe al post in cui l'amore mio dissertava sulla mia immagine riflessa. Mi si paragonava a certo Adriano Meis, che a me, nonostante una accettabile formazione umanistica, rimaneva ignoto, essendo io totalmente digiuno dell'intera opera dell'autore.


Ci ho messo molto, ho persino dovuto rinnovare il prestito bibliotecario che dura pur 20 giorni, moltissimi per un racconto sostanzialmente breve. Il problema, ciò che inizialmente mi ha fatto procedere lentamente, oltre al poco tempo e alla maggiore attrattiva della vita sul blog, è stata la delusione per la lentezza e sostanziale insipienza della scrittura, forse a causa della fama di scrittore sottile ed elaborato di cui l'autore gode. Si pensi che la cosa degna di maggior nota in quella fase fu il notare che la "i" consonantica era indicata dalla "j", in modo che "buio" era scritto "bujo". Fatto sta che ho persino pensato di abbandonarlo a meno di metà, e avevo anche già preso in prestito il libro successivo. Poi, con un maggiore impegno, sono riuscito ad addentrarmi nella storia, senza dubbio interessante. Il resto è stata una discesa dolce, sino all'ultimo ruzzolone di stamanemattina, col quale ho completato la lettura.


Una critica non osate chiedermela, sarebbe come chiedermi di spiegare il valore della Monna Lisa. Un'impressione, quella sì, credo di potermela permettere. Credo di sapere perché in fondo il libro non mi ha conquistato ed è perché trovo interesse solo per le opere che ampliano le mie conoscenze (e non ci vuole molto) ma questo non ne aveva la possibilità, riducendosi il suo insegnamento al fatto che con i "se" e con i "ma" non si fa la storia; insegna cioè che ogni volta che pensiamo come preferiremmo essere qualcun altro o qualcos'altro valutiamo solo il prevedibile guadagno ma sottovalutiamo l'inevitabile perdita di qualcosa che adesso ci sembra inutile o scontato, ma una volta perso, ci appare come indispensabile al nostro essere.
Una vita è ciò che ci è dato di vivere, e questa ci dobbiamo portare sino alla tomba.

18 commenti:

Anonimo ha detto...

E torniamo alla collega di Marcoz che non potrebbe vivere senza i figli ... (ma perché Svevo?)

Ugolino Stramini ha detto...

barbara, non mi meraviglia certo che tu abbia subito rimarcato l'errore (beffardamente volontario, come si vede dal link), quanto il fatto che tu avessi così bene fissato quel riferimento occasionale al post di marcoz.
Io ho pensato ad un film a me molto caro, Sliding Doors, ma il tema è lo stesso: si può fare a meno di se stessi? Si può essere qualcun altro?

cuncetta ha detto...

socio, non puoi demolire così il mio mito adolescenziale.
Sono cresciuta leggendo quasi tutte le novelle di Pirandello.
Forse è proprio questo il problema.
Pirandello è uno scrittore di formazione, nel senso che ti consente di acquisire una consapevolezza nuova e di vedere il mondo da una prospettiva diversa, obliqua.
Quindi una cosa è leggerlo a 15-16 anni ed un'altra in età matura.
Ora possiedi già una tua filosofia personale consolidata e Pirandello sembra quasi scontato.
Ma non lo è.
Per me resta un genio.

Ugolino Stramini ha detto...

socia, sono sicuro che hai ragione; la mia è una valutazione "in soggettiva", senza alcuna pretesa.
Questa è la prima cosa sua che leggo, e certo a 15 anni mi avrebbe fatto un altro effetto.
Penso però che anche la scrittura, probabilmente d'avanguardia per il suo tempo, abbia perso molta della sua carica innovativa, perché sorpassata da molti scrittori dopo di lui (che senza di lui non avrebbero saputo farlo, probabilmente).
Cercherò di leggere qualcos'altro.

Unknown ha detto...

si era detto film nuovi!!, poi tu
da te te la spassi con pirandello,
allora di rimando e di ripicca ti
ricordo "la vita è maravigliosa"
di frank capra, dove viene ampiamente
illustrato che senza la nostra vita,
perchè nel frattempo ci siamo invaghiti di un altra, abbiamo aperto
una catena di infelicità che non
avevamo previsto, con affetto tuo
Italo

Anonimo ha detto...

si può rinunciare a se stessi?
risponderei, si. ma poi penserei, è un peccato rinunciare a me sessa...devo darmi almeno un'altra possibilità.
a questo punto resterei per ore a fissare il buco nel muro con la bocca aperta, nel pieno di me stessa

Anonimo ha detto...

massì, condivido tutto quello che hai scritto sul "moribondo morente morituro mannò che ci ripenso massì meglio così meglio starsene più in là, più in qua, montecarlo, la sicilia, la biblioteca, le donne brutte e quelle belle, e i topi, e i buchi dei topi, e le briciole di formaggio, e roma che è morta, e il lanternino e il lanternone, e il panterone zalayeta che imitando zizou ne fa due molto belli".
Come vedi, Ugolo, questo racconto, questa sobrietà, invitano alla distrazione pur non essendone il tramite.

Niente, per dire che la penso come te.

gians ha detto...

Una critica? ugolino, io sono fermo a topolino e quando voglio impegnarmi a diabolik. :))

Ugolino Stramini ha detto...

egine, si era detto, ma io il libro l'avevo iniziato almeno un mese prima: mica potevo lasciarlo a metà!

Ma era quel capra del bruco nell'ozono? X-D

bippì, io se fossi in te non rinuncerei mai a me stesso: si'nu zucchero!

ciro, la storia dei lanternini però era simpatica, come un opera nell'opera.

gians, tranquillo, Diabolic non è uscito: ho fatto circondare l'edicola ;-D

Anonimo ha detto...

Diabolik prima maniera che ammazzava le persone di cui doveva prendere l'identità o Diabolik seconda maniera che le addormentava ed era capace di comprare di tasca sua l'eroina per il galeotto in crisi d'astinenza e poi giorno dopo giorno diminuire la droga e aumentare l'acqua distillata per disintossicarlo senza che se ne accorga, così, per pura bontà d'animo?

Dyo ha detto...

Sono d'accordo con Cuncetta, anche se ho letto molti libri di Pirandello e Svevo per un esame, all'università, nel cenozoico.Avevo una ventina d'anni,nzomma, ma mi riprometto di rileggere Pirandello, soprattutto, con la capa che ho adesso.
Buona notte.

Anonimo ha detto...

Dammi retta lascia stare svevo e leggiti pirandello per iniziare ti consiglio "la coscienza di zeno" ;)

Anonimo ha detto...

ma cazz***
"l'amore mio" cela una trappola...
per me??? per me??????

Ugolino Stramini ha detto...

imprecario, benvenuto. Non ci crederai ma l'ho cercato e non ce l'hanno in nessuna delle biblioteche che ho contattato; però si ostinavano tutti a propormi la versione di un alto autore; come con Mattia Pascal, avevano addirittura scambiato le copertine: meno male che c'ero io, ho fatto un taglia-incolla al volo e me lo sono portato a casa.
:-DDDDDDDDDDDD

Ugolino Stramini ha detto...

bp, sarà il sole in faccia che ti accieca, ma è ora che tu te ne faccia una ragione: lo sai che fine ha fatto il tuppo reciso? Indovina un po'! Ti aiuto: c'entrano le poste...

Anonimo ha detto...

pagherai col sangre amaro questo sbeffeggiamento e col sangre acido questa manipolazione di tuppo.
stamanemattina mi sono svegliata col sangre agli occhi, il sangre che lo sciabolone mi ha schizzato negli occhi appena ha clikkat il link. ugolo avvisato mezzo assassinato!

(speriamo che non ci intercettano sennò mi portano in galera, nella stessa cella di amnda)

cuncetta ha detto...

Guagliù, arapìt' 'e 'mbriell' ca stammatin chiove sang'!

Ugolino Stramini ha detto...

bippì, a noi le intercettazioni ci fanno una pippa: siamo la trasparenza in persona, ci sbobiniamo da soli con tanto di data ora e emoticon :-)

socia, don't worry, bippì brandisce ma non colpisce (sai che le fa poi ciro se solo mi graffia?)