domenica 28 gennaio 2007
Ipse dixit
"Rispetto alla religione ho maturato una posizione che definisco "antropologica": a prescindere dall'esistenza o meno di una entità superiore creatrice o regolatrice della natura, della quale esistenza non credo si potranno mai avere conferme o smentite, e senza voler negare la presenza di una spiritualità che non pare appartenere al mondo materiale, ritengo che tutto ciò che oggi può essere racchiuso all'interno del concetto di religione altro non sia che un prodotto umano, funzionale al mantenimento dell'ordine e spesso anche al progresso ed al benessere delle comunità umane. Certo se avessimo dovuto attendere l'elaborazione dello stato di diritto per darci una organizzazione funzionante saremmo ancora cacciatori e raccoglitori di frutti spontanei. Tuttavia non può sfuggire il fatto che la paura, la superstizione e l'ignoranza, quando non la sopraffazione e la violenza sono state le leve attraverso le quali si sono operate queste trasformazioni e che quindi, quand'anche necessaria ed utile, la religione così intesa deve essere messa da parte, come il fiore si libera dei suoi petali per divenire frutto. E' ora di cacciare i mercanti dal tempio, è ora di cacciare chi si arroga il potere di sapere cosa è giusto per un individuo, pretendendo di interferire nelle sue scelte personali sulla vita, sull'amore e sulla morte."
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